Terra di mezzo
Terra di mezzo ci mostra la crescente abilità di Alan Dean Foster, qui al meglio sia nel
modo di descrivere i personaggi, sia come capacità di narratore.
Il romanzo riguarda un mondo dove l’ecologia è impazzita: un mondo dove la giungla
s’innalza fino al cielo, strato su strato, per centinaia di metri, e dove ogni forma di vita
dipende dagli alberi che dominano il pianeta. Gli uomini sono atterrati su questo pianeta
molti anni prima, e sono stati spietatamente costretti ad adattarsi ad esso. Inoltre sono
entrati in una sorta di simbiosi con certe bestie locali chiamate “vellosi”. (Ma le relazioni
biologiche del pianeta sono incredibilmente complesse, come poi si vedrà nell’eccellente,
sorprendente finale del libro.) A questo punto compaiono sulla scena gli uomini della Terra.
Born, il cacciatore locale che è il protagonista del romanzo, si offre di accompagnare fino
alla loro base un piccolo gruppo di terrestri precipitati con un mezzo aereo. Notevoli sono i
pericoli del viaggio, ma ciò che Born scopre al suo arrivo alla base dei terrestri costituisce
una minaccia ancor più vasta all’intero suo modo di vita. Un’eccellente storia
d’avventura, che ha dietro di sé un significato molto, molto più grande.
Viviani