Trilioni
Oggi nessuno potrà dirvi con esattezza chi è stato, ma fu certamente uno dei bambini più
piccoli ad inventare il nome «Trilioni».
Immaginatevi un gruppo di ragazzini accoccolati per terra che rastrellano mucchi di un
pietrisco misterioso e lucente caduto dal cielo...
«Ne ho a milioni!»
«Ne ho a bilioni!»
«Ne ho a trilioni!»
Da allora il nome Trilioni rimase, poiche si adattava a meraviglia. A veva un suono duro,
nitido - e duri, nitidi e lucenti erano i Trilioni; evocava milioni su milioni - e i Trilioni erano
dappertutto, sparsi su strade, tetti, giardini, persino accanto al fuoco nelle case della
gente, come una coltre luccicante di minutissime gemme (ma i Trilioni non erano pietre
preziose).
E poi, il nome Trilioni aveva un suono esotico - evocava altri mondi, cieli tempestati di
stelle, il vuoto gelido dello spazio. Anche questo era esatto, perché, qualsiasi fosse la
provenienza dei Trilioni, non era dal nostro mondo.
Tutti perciò - prima i bambini, poi gli adulti, poi i giornali locali, poi la stampa nazionale e la
televisione e, infine, il mondo intero - finirono per chiamare la misteriosa polvere dallo
splendore di una gemma col nome inventato dai bambini: Trilioni.
Cottogni