La collina di Hawotack
Samy Fayad possiede un'abilità poco comune: riesce a far sorridere anche nelle situazioni
più tragiche senza che per questo il dramma perda pathos. Uniamo quest'abilità a una
fantasia ben guidata, alla capacità di tratteggiare personaggi vivissimi anche quando si
tratta di « generici » e « comparse », per usare definizioni cinematografiche, a un
linguaggio sciolto e di piacevolissima lettura, e avremo un romanzo di Samy Fayad. Nel
caso specifico abbiamo un gioiello dal titolo « La collina di Hawotack ». Hawotack è un
ridente villaggio americano, con le sue zitelle, il suo sceriffo, il suo vicario, la sua
maestrina, e alcuni cani. Ad Hawotack c'è anche un giovane disegnatore. E c'è la collina.
Sulla collina, una villetta che ospita uno scienziato incompreso. Uno scienziato che non
inventa niente di utile per una eventuale guerra. Lui si limita a cambiare il colore del pelo
dei cani. Ma questa e altre sue invenzioni del genere non interessano il Pentagono. Ecco
perché in quel mattino, cominciato come ogni altro mattino, ad Hawotack succedono
tante e tali cose che se non impazziscono tutti è un vero miracolo. Ed ecco perché la
notte di quel giorno ad Hawotack nessuno dorme. Nemmeno i lettori dormiranno, finché
non avranno sapute come si conclude l'avventura di Hawotack, della maestrina, del
disegnatore, del cane del disegnatore, e di quel bellimbusto del nonno del disegnatore
Tellini