Pianeta in via di sviluppo |
Alan Green non era precisamente un eroe: per dire la verità, Green era un uomo che |
amava la pace e la tranquillità sopra ogni altra cosa. |
Non che quel pazzo mastino sanguinario gli facesse davvero paura, per non parlare della |
bellissima padrona del cane, la fin troppo generosa Duchessa Zuni, per la quale era lecito |
e morale fare all'amore con uno schiavo... bastava tenere un anello al naso per salvare le |
apparenze. Dopotutto, queste faccende erano comprensibili su quel pianeta |
sottosviluppato (o per usare il termine prescritto dall'Atto Anticoloniale Galattico, pianeta |
'in via di sviluppo'), violento e singolare, e un uomo poteva cavarsela, a patto di restare in |
guardia per ventiquattro ore al giorno. E la grande pianura piatta come un tavolo di |
biliardo, sulla quale vagavano velieri a ruote, isole fantasma, mercanti astuti e pirati |
sanguinari, capitani-mercanti e tutta la fauna stravagante di quella landa vasta diecimila |
miglia, era un fenomeno abbastanza interessante da suscitare l'interesse di un plotone di |
etnologi terrestri... con l'unico, sgradevole particolare che la Terra era distante molti |
anni-luce, Green era un naufrago dello spazio, e tutta la grande prateria pareva |
considerarlo con un'ostilità testarda, unilaterale, e snervante. Ma il problema più grosso |
(in tutti i sensi) era costituito da Amra, la moglie-schiava che lo adorava, aveva il |
carattere di un ciclone, un piccolo plotone di cinque scatenati figlioli e, soprattutto, si era |
fissata in testa l'idea che Alan doveva diventare un eroe. E malgrado i demoni e gli |
angeli, i sacerdoti e gli dei, i principi e gli schiavi, i pirati e i maggiordomi, i marinai di terra |
e i molto onorevoli membri della Corporazione dei Ladri, doveva essere Amra a vincere. |
Cottogni |