Superficie del pianeta |
All’improvviso il Sistema va in frantumi: le tavolette alimentari piovono troppo in fretta, le |
Visioni s’interrompono, manca l’aria. Dopo secoli (o millenni?) di sottosuolo, l’umanità è |
costretta a tornare sulla superficie del pianeta. E, vagando tra immense foreste, tra |
spettrali rovine di città, riscopre un mondo ormai estraneo, selvaggio, impenetrabile. La |
paura e il desiderio di sicurezza sono gli unici sentimenti certi. Ma il protagonista – |
osservatore – narratore di questo straordinario romanzo decide d’intraprendere una sua |
personale ricerca, che lo porterà, prima, a contatto con le nuove, enigmatiche creature |
che pianeta ha generato; e gli consentirà, poi, di arrivare ad una fusione quasi totale con |
l’ambiente e la logica aberrante del Sistema che ha abbandonato. Daniel Drode ha |
costruito un’opera polivalente, splendida nella sua assoluta novità. Rifiutando qualsiasi |
compromesso di carattere avventuroso, riallacciandosi direttamente ai moventi più |
profondi del pensiero umano, egli ci narra l’affascinante odissea d’un uomo che tenta di |
riallacciare, a posteriori, i fili d’una logica serratissima. Lo stile è tutt’uno con la trama, e |
avvolge nelle sue spire il lettore senza concedergli tregua. Un romanzo d’avanguardia e |
classico nello stesso tempo. Un capolavoro letterario destinato a fare scuola. Un modo |
nuovo di concepire la fantascienza e i suoi significati. Prix Jules Verne per il 1959. |
Tellini |