Marte, colore di sangue
Il grande ritorno di un nuovo e straordinario autore, che i lettori hanno già avuto modo di
apprezzare alla sua prima comparsa in Italia (Synthajoy, Galassia 180). Londinese,
quarantacinquenne, Compton ha saputo inserirsi con rara maestria stilistica nell'ambito dei
migliori scrittori di SF moderna. Marte è una colonia penale che ospita i detenuti terrestri
ormai giudicati irrecuperabili socialmente; il romanzo è la storia di un gruppo di questi
detenuti nell'arco di un anno marziano ed esamina con fredda obiettività le tecniche
coloniali indispensabili alla sopravvivenza dei più forti. Lucida fino alla crudeltà, la prosa di
Compton non si trattiene dallo scandagliare a fondo i moventi e gli animi di persone che
non hanno ormai altro da perdere all'infuori della vita. Un romanzo affascinante, che il
Supplemento Letterario del Times ha cosi commentato: "Un romanzo che spicca per la sua
relazione quasi Kafkiana con la condizione umana globale ed inoltre, grazie ad una
caratterizzazione quanto mai reale, con l’ambiente che l'autore ha saputo evocare cosi
vividamente."
Tellini