Lo Stormo e la Flotta
Ogni tanto è piacevole ritornare ad un genere classico della science-fiction, il genere
avventuroso — o, per usare una ardita definizione diventata popolarissima, — il genere
della fantascienza calda. È un filone molto ricco, che ha dato molte opere notevoli e che
ha raggiunto il suo massimo splendore intorno al ‘40. Poi si è avuta la progressiva
affermazione della science-fiction fredda: dapprima il genere tecnologico, cui si è
affiancato — dopo il ‘53 — anche il genere sociale. La fantascienza avventurosa — nel
senso classico del termine — è lentamente passata di moda. Di solito, oggi rimangono
aggrappati a questo genere solamente autori di secondo piano — talvolta gli stessi che si
dedicano alla deprecabile sottospecie della fantascienza dell’orrore — incapaci di
raggiungere risultati notevoli nel genere più ortodosso, il quale richiede non tanto
immaginazione fantasiosa e sfrenata quanto razionalità ed una buona preparazione
scientifica, specifica o generica. Ma capita ancora oggi — non molto spesso — che
qualcuno fra I più quotati autori specializzati della science-fiction più nobile si diverta a
resuscitare veramente, attraverso una interpretazione moderna, intelligente e personale,
la fantascienza davventura.
È questo il caso di Lo Stormo e la Flotta: Poul Anderson è un validissimo pilastro della
science-fiction tecnologica più ortodossa ed inattaccabile — fra parentesi, è laureato in
fisica pura — e con questo romanzo si è accostato al genere avventuroso tradizionale,
senza rinunciare, ovviamente, alla verosimiglianza scientifica, senza mai sconfinare nel
gratuito o nel fantastico, ma facendo sfoggio di una inventiva più libera e brillantissima. Il
risultato è senza dubbio molto notevole: un ben dosato miscuglio di avventura e di
realismo scientifico, che sotto molti punti di vista, soprattutto per l’atmosfera e il piglio
narrativo, vi ricorderà uno dei più famosi racconti andersoniani del genere «caldo», Un
mondo chiamato Maanarek. Con il prossimo numero, invece, per inaugurare la «serie
Asimov», che si aggiunge finalmente alla «serie Sheckley», Galassia pubblicherà un
romanzo breve, Struttura anomala, ed un racconto, Trapassato futuro, appartenenti
entrambi al più puro filone della science-fiction fredda. Non anticiperò nemmeno una
indiscrezione sui temi: preferisco riferirvi un particolare interessante. Infatti, ho chiesto ed
ottenuto che Isaac Asimov mi compilasse l’elenco delle stories e delle novellettes,
rispettivamente racconti e romanzi brevi, che egli stesso considera fra i suoi migliori:
qualcuno, come il famoso L’ultimo nato, era già apparso in Italia; ma per la maggioranza si
trattava di materiale inedito. Due racconti, The last question e Nightfall, li ho confiscati
per la mia antologia — be’, credo che sia logico ed umano — e su qualcuno ho un grazioso
progettino personale; ma tutti gli altri sono in serbo per Galassia... e anche per Galaxy,
visto che, quando questo primo contingente sarà esaurito, potrò sempre ricominciare ad
attingere tranquillamente nel meglio della produzione asimoviana ancora inedita in Italia.
Va bene così?
Il numero di novembre per il momento rimane top secret: posso dirvi soltanto che come
minimo — ma proprio come minimo — dovete aspettarvi un altro romanzo di Heinlein, dal
momento che io non voglio perdere l’abitudine di fare incetta degli autori più famosi del
mondo. Ci sono in vista altre novità abbastanza fuori dal comune, comunque vedremo.
Adesso ho un po’ più tempo disponibile per le ricerche. galattiche, dal momento che
l’antologia americana (Fantascienza: terrore o verità? — Silva editore), sta per apparire in
questi giorni. Non ho intenzione di farmi recensioni autoelogiative, dal momento che non
condivido certe abitudini, però pare che sia venuta proprio niente male, se tanto io
quanto Andrea Canal abbiamo già ricevuto i complimenti da Isaac Asimov, da Fred Pohl e
da Clifford Simak. Quindi credo di poter essere abbastanza tranquilla sull’accoglienza che
posso aspettarmi da voi, cari lettori.
ROBERTA RAMBELLI
Tellini