Il cerchio muto
È una notte qualsiasi. Dunque è una normale tragica notte qualsiasi. Domattina i giornali
saranno pieni di numeri, di statistiche. Perché sono cose che capitano agli altri. Non ci pensa
Clorinda, che stanotte compie diciotto anni ed è finalmente pronta a volare via. Da un padre
troppo presente, da un'esistenza trascorsa in solitudine, da una gabbia di ricordi e di
ossessioni. Vola verso il luogo dei suoi sogni, là dove tutto è musica, sorrisi, palpiti, vita: una
discoteca. Non ci pensa Franco, che sta correndo all'impazzata con gli occhi fissi sulla
strada e con la testa piena di rabbia e di dolore perché non riesce a cambiare, a laurearsi, a
diventare un poliziotto come suo padre. Invece il destino ci ha pensato. A far incontrare
Clorinda e Franco. In uno schianto. In un urlo. E poi nel silenzio. A mettere sulla strada di
Franco e Clorinda una giovane donna dal passato difficile e dal presente confuso: il vice
questore Chiara Monti. E tutto il suo cuore gonfio di segreti. Dall'incidente, Franco esce con
un senso di colpa che gli brucia l'animo. Così, per non morire consumato da quell'angoscia,
comincia a raccogliere per conto di Chiara tutte le informazioni possibili sulle "stragi del
sabato sera": la dinamica degli scontri, i referti medici, la storia delle vittime. E si rende
conto con terrore che quegli incidenti apparentemente casuali sono uniti l'uno all'altro. Che
sono anelli di una catena destinata a legare per sempre lui, Clorinda e Chiara.
Vegetti