Stato di vita apparente
In un futuro prossimo e probabile, in un luogo senza nome, senza coordinate, dove vige il
terrore, il controllo su tutto e tutti, dove nulla è più ciò che era una volta, Doc, Responsabile
del Dipartimento Ricerche della “Centrale”, sopravvive tra uomini e ibridi, porta avanti la sua
esistenza come un involontario automa. L’uomo non è più individuo libero, pensante,
indipendente. L’uomo è macchina sotto costante controllo, apparecchio da collegare
quotidianamente ad un server per l’invio di dati. L’uomo non è più ciò che era. Niente è più
come in passato. È in questo claustrofobico contesto alla “1984” che Doc si ritrova
involontariamente protagonista di una ricerca che esula dalla tradizionale “caccia al tesoro”,
una discesa nell’ignoto che è ricerca di un passato misterioso perché più vero e libero del
presente ma, soprattutto, ricerca della propria individualità annullata, cancellata, sopita per
anni ma comunque latente. Con l’aiuto della giovane e affascinante dott.ssa Sannhet, Doc si
inoltra in un viaggio forse senza ritorno verso le radici dell’ignoto che attrae senza dare la
possibilità di resistere, ma anche verso la riscoperta di sé, di un’umanità che conserva
ancora. Nonostante tutto. Forse...
Bertoni