Gli assediati |
“Ho pensato spesso a quante frecce un autore scagli in aria. Con Gli assediati ne avete |
conficcate tre o quattro nel mio animo. Ho pianto di cuore; mi sento meglio dopo queste |
lacrime, e vorrei ringraziarvi.” |
— da una lettera di Robert Louis Stevenson |
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In un mattino di luglio, la cittadina di Semur viene improvvisamente avvolta da una terribile e |
inspiegabile oscurità: è il preludio al risveglio delle anime dei morti che cacceranno fuori dalle |
mura gli abitanti, meschini e materialisti, finché non avranno ritrovato le qualità necessarie |
per comprendere il vero significato della vita. |
Le testimonianze si susseguono affiancandosi l’una all’altra, aumentando il senso di incertezza |
e frammentarietà della vicenda, che si trasforma così in un caleidoscopio di impressioni e |
visioni personali. |
Gli assediati è un lungo racconto gotico, forte e innovativo. |
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Margaret Oliphant nacque nel 1828 a Wallyford, sobborgo povero di Edimburgo, e si trasferì |
gio-vanissima a Liverpool dove trascorse quasi tutta la vita. La sua esistenza fu segnata da |
una gravissima serie di lutti, tra cui la morte del marito e dei sette figli. |
Cominciò a scrivere presto, pressata dalle necessità finanziarie, e continuò a farlo per tutta |
la vita con un ritmo sorprendente: pubblicò più di cento romanzi, duecento racconti e molte |
biografie di personaggi noti dell’età vittoriana. |
Riuscì a raggiungere in vita una certa fama, tanto che si dice che sia stata di gran lunga |
l’autrice preferita della regina Vittoria. |
All’interno della sua sterminata produzione i racconti gotici riscossero un successo enorme già |
all’epoca: tra questi, il più apprezzato è Gli assediati (A Beleaguered City, 1880), tradotto in |
italiano per la prima volta. |
Sconvolta dalla perdita dei suoi ultimi due figli, ormai in miseria, morì a Wimbledon nel 1897. |
Bonazzi |