Il manifesto dei cosmonisti
In questo “pastiche fantascientifico”, come è stato definito in Svezia, ispirato ai grandi
classici del genere, da Ray Bradbury a Philip K. Dik e il Douglas Adams della Guida Galattica
per Autostoppisti, Mikael Niemi lascia il Tornedal, la regione svedese al confine con la
Finlandia resa famosa dal grande successo di Musica Rock da Vitula, e lo lascia, non senza
un toccante congedo, a bordo di un astrobastimento, Questa volta è un cosmonista —
così si chiameranno i camionisti intergalattici — e uno dei più esperti. Noi siamo i suoi
passeggeri dei novellini al primo viaggio spaziale Niemi ci prende a bordo e guida dalla
buona vecchia Terra alle stazioni di servizio più sperdute sull’anello metallifero più esterno,
e anche più in là, oltre il “Point of no Return”, che solo i più audaci ponoristi superano
sapendo di non poter mai più rientrare alla base, di avere davanti a sé solo lo spazio
infinito, il cui unico limite è stabilito dalla durata della loro stessa vita. Niemi ci
accompagna tra una galassia e l’altra, portandoci a spasso nello spazio e nel tempo
facendoci entrare, alla faccia dei tremendi buttafuori, alla Buca della Coticaca, il bar dove
si danno appuntamento le più diverse creature dell’universo e ci spiega con intelligenza e
leggerezza tutti i segreti di un mondo improbabile ed esilarante.
Ma, tra avidi affaristi capaci di vendere parte di un buco nero ai rappresentanti dl un altro
universo, sette religiose che cercano di convincerci con l’inganno che non esistono altre
forme di vita intelligente androidi costretti a fare “outing” per distinguersi dagli umani e
alieni che ci truffano per garantirsi le nostre riserve di titanio,le creature che alla fine
risultano le più buffe e incomprensibili, sono quelle che provengono dal pianeta Terra,
creature capaci di divertire e commuovere, intrappolate nei loro limiti eppure in grado di
sognare e lottare per non sprofondare nel buio dell’universo per esserci quando, un giorno
ricomincerà tutto da capo.
Cottogni