Itinerari. Humour Nero
Dall’antichità a oggi numerosi scrittori si sono inoltrati in questo territorio letterario.
L'Humour Nero ha solleticato diverse sensibilità scrittorie. Non tanto per la curiosità o la
scommessa di provarsi in un altro registro della scrittura, piuttosto per esplorare zone
della conoscenza altrimenti inaccessibili. L’humour nero è essenzialmente un esercizio
dell’intelligenza e comporta lucidità e freddezza nello sguardo.
Se ci si avvicina troppo al riso perdendo di vista il mistero, si cade nel comico; all'estremo
opposto, una dose esclusiva di nero porta ai generi seri, al gotico o alla tragedia, privi di
quell'occhio autoconsapevole e autoironico che genera il prodigio dell'humour nero.
L’autore (e con lui il lettore) mettono in scena una vicenda o un personaggio e guardano
dietro di essi le altre facce nascoste. In questo modo li contestano e li fanno a pezzi,
come fossero dei vivisezionatori, ma senza mai annullarne o negarne la dose di mistero, di
assurdo o di paradosso che i casi della vita comunque contengono. Le stravaganze,
l'illogicità, le contraddizioni sfilano nelle pagine intrise di humour nero, mettendo in luce la
fragilità o la futilità del senso comune, senza mai staccarsi dalla “serietà” dell’esperienza
umana. E' un modo per rovesciare le verità acquisite, interrogare gli enigmi e dissacrare i
miti. Sono infinite le forme dell’eccesso che gli scrittori si sono azzardati a penetrare. La
malvagità in William Shakespeare, la crudeltà nel Marchese De Sade, il macabro in Edgar
Allan Poe, l’eros in Alfred Jarry, l’assurdo metafisico in Franz Kafka, il dissacratorio in Karl
Kraus e Oscar Wilde...
Bertoni