Notizie sul giocatore Rubašov
San Pietroburgo, 31 dicembre 1899. Nella sua camera in affitto il giovane Rubašov riceve
una visita da lui spesso sollecitata: quella del Demonio, pronto a fargli sottoscrivere il
classico contratto per la cessione dell'anima. Però l'unico desiderio di Rubašov, giocatore
incallito, è fare una partita a carte con il signore delle tenebre. Il brivido del rischio sarà la
sua ricompensa. Lui perde e il Diavolo se ne va, ma l'alba del nuovo secolo ha in serbo
una sorpresa per l'ancora confuso protagonista: il foglio firmato la sera precedente si
rivela indistruttibile. Ha inizio così una serie di eventi che portano Rubašov all'apice del
successo e poi, inevitabilmente, in rovina... ma senza poter morire.
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Che cosa può fare a San Pietroburgo, nella nevosa notte del Capodanno 1900, un incallito
giocatore d’azzardo ridotto sul lastrico, indebitato fino al collo, ormai pronto per la
galera? Aspettare una visita molto particolare nella sua misera stanza d’affitto in via
Sadovaja per giocare la partita estrema. Ma vincere contro il Diavolo è impossibile e il
giocatore Rubašov perde: eppure acquista l’immortalità, un dono che ben presto si rivela
un tremendo peso da sopportare. Dopo aver accumulato una fortuna e formato una
famiglia, il giocatore le distrugge entrambe, si trova solo e disperato e inizia una sofferta
ricerca del Diavolo, dal quale spera di ottenere l’annullamento del contratto. Intanto
attraversa indenne le catastrofi del Novecento, dalla rivoluzione sovietica alle trincee
della Prima guerra mondiale, all’ascesa del nazismo, in contatto con altri immortali, come
Paracelso ormai smarrito in una senilità senza fine. Perché nulla riesce a liberare dal suo
stato di dannazione Rubašov, che pure continua a lasciare le sue tracce nei più pericolosi
focolai di crisi, dall’Irlanda del Nord ai Balcani. Esausto testimone della sofferenza e della
violenza dell’uomo, egli torna infine a Pietroburgo la notte del cambio di millennio, nella sua
vecchia casa, per tentare un’ultima volta la sorte... Raccontato da un misterioso
narratore, burattinaio dell’intera vicenda, il romanzo unisce il gusto surreale della grande
tradizione di Bulgakov a un’originale rilettura dell’intero Novecento e del mito faustiano,
confermando le doti della coinvolgente scrittura di Vallgren, sospesa fra realtà e
Vegetti/Cottogni